(© Alice Cardona × Canàl)

Le lingue minoritarie sono lingue che stanno invecchiando. In disuso. Parlate da meno della metà della popolazione di un paese. Ogni due settimane muore una lingua e si prevede che, entro il prossimo secolo, quasi metà delle 7.000 lingue parlate sulla Terra probabilmente scomparirà. Ma le cose stanno cambiando.

Oggi, se non sei su internet, non esisti. Lo stesso succederà molto presto anche con le lingue” ha affermato Iruñe, streamer Twitch dei Paesi Baschi. Come lei molti streamer in tutto il mondo hanno iniziato a sfruttare questa piattaforma digitale per valorizzare le lingue indigene attraverso azioni di attivismo culturale. 

Twitch ha accolto con entusiasmo la sfida e ha recentemente aggiunto 350 nuovi tag relativi a diversi gruppi etnici e comunità sottorappresentate, allo scopo di facilitare la ricerca di contenuti in queste lingue. La piattaforma ha ammesso comunque che il processo è lento e problematico. Ancora oggi non tutti gli streamer hanno ricevuto la visibilità che si auguravano. Molti restano costretti a selezionare la voce “Altro” al momento di selezionare una lingua.

(© Alice Cardona × Canàl)

Molti streamer in tutto il mondo hanno iniziato a sfruttare il potenziale della piattaforma per valorizzare le lingue minoritarie

Questa forma di attivismo è sempre più diffusa su Twitch. Vede come protagonisti diversi gruppi culturali in molti posti nel mondo. Alcuni fanno parlare di sé più di altri. Il basco (Euskera), ad esempio, è parlato tra la Francia sudoccidentale e la Spagna settentrionale da circa 720.000 persone. Sulla scia del successo di #CatalanLoveTwitch, con cui gli utenti catalani sono riusciti ad ottenere il tag di lingua su Twitch, un gruppo di streamer baschi ha lanciato il proprio hashtag di lotta: #3000Twitz

La campagna è stata accompagnata da una petizione, diventata la più firmata su Twitch User Voice (un forum per raccogliere feedback dagli utenti di Twitch). La richiesta è tuttavia ancora in attesa di una risposta ufficiale da parte della piattaforma. Iruñe (arkkuso su Twitch) è una delle prime firmatarie della petizione. La streamer rivendica la necessità di un tag per identificare i contenuti in basco. “È molto importante che il basco abbia una presenza online e sui social network” ha spiegato ai redattori di The Verge.

“Oggi, se non sei su internet, non esisti. Lo stesso accadrà molto presto con le lingue”

Iruñe e gli altri attivisti baschi non si arrendono. Hanno dichiarato che continueranno a creare contenuti nella loro lingua e a cercare un dialogo con la piattaforma. La loro è una condizione simile a quella del collettivo Galician Gamers, che si batte per promuovere l’uso del galiziano come lingua per la cultura e l’intrattenimento. La lingua locale è parlata da circa 3 milioni di persone, diffusa tra il nord-ovest della Spagna e il nord del Portogallo.

In Galizia ogni volta che uno streamer locale sta andando in diretta, la notizia viene rilanciata dagli altri su tutti i canali social. Gli attivisti sono riusciti a radunare in questo modo oltre 200 membri con 58 canali Twitch registrati.

(© Alice Cardona × Canàl)

Gli attivisti baschi hanno dichiarato che continueranno a creare contenuti in lingua locale, cercando un dialogo con la piattaforma

Gwenn, streamer della Bretagna nel nord-ovest della Francia, è l’unica persona al mondo su Twitch a trasmettere regolarmente in bretone. Si tratta di una lingua in costante pericolo di estinzione. Dal 1950 abbia perso circa 800.000 parlanti e non è riconosciuta dallo stato francese.

Ci sono giovani che conoscono il bretone su molte piattaforme: Discord, Twitch, TikTok. Penso che sia una cosa positiva valorizzare le lingue minoritarie in questi spazi” ha commentato Gwenn. “Le persone che parlano fluentemente sono felici di incontrare altre persone di lingua bretone sul mio canale”.

Un’idea condivisa in generale anche da Robbie, streamer scozzese che ha fondato Cluicheamaid, un canale di streaming in lingua gaelica-scozzese. “Quando proponi contenuti in una lingua minore, devi ridimensionare le tue aspettative di successo. Ogni diretta con 4 o 5 persone che parlano in gaelico mi sembra una vittoria enorme. Ed effettivamente lo è”.

(© Alice Cardona × Canàl)

Gwenn, utente del nord-ovest della Francia, è l’unico streamer su Twitch a trasmettere regolarmente in lingua bretone

Ci sono anche i Māori a battersi per la propria lingua su Twitch. L’idioma si chiama te reo Māori, secondo il censimento del 2018 è parlato soltanto dal 4% della popolazione neozelandese. Ciò nonostante Rangiora, attivista che trasmette contenuti su Twitch con il nome di PrideLandz, difende la sua lingua nativa. “Il te reo Māori è ciò che mi collega alla mia cultura e alla mia famiglia. Mi aiuta a navigare nel mondo in cui vivo” ha dichiarato. “Lo streaming su Twitch mi ha fornito uno spazio in cui poter praticare e condividere la mia lingua”.

(© Alice Cardona × Canàl)

Anche i Māori si battono per la loro lingua su Twitch. L’idioma è parlato soltanto dal 4% della popolazione

Spesso nel suo canale Rangiora spiega come i titoli dei giochi vengano tradotti in te reo Māori, in modo quasi mai letterale. La traduzione di Call of Duty, ad esempio, fa riferimento al dio della guerra Māori, in lingua locale “chiamata alle armi nel regno di Tūmatauenga”. Anche Rangiora ha lanciato una sua campagna per ottenere lo status di “partner” sulla piattaforma e per lanciare un’organizzazione di e-sport Maori.

Twitch conta circa 15 milioni di utenti attivi ogni giorno. Grazie alla sua natura conversazionale e alla possibilità di combinare hobby e promozione linguistica, la piattaforma ha il potenziale per diventare lo strumento ideale di protezione delle lingue minoritarie. Può aiutare a difendere la varietà linguistica in tutto il mondo.