Ridwan Moshood / "In My Hood"

I prodotti di animazione africani sono particolarmente apprezzati negli ultimi anni. Film, cartoni e serie per famiglie. Nascono da talenti emergenti in Ghana, Nigeria, Kenya e molti altri stati.

Il 26enne nigeriano Ridwan Moshood è una stella nascente dell’animazione africana. Nel 2018 è stato premiato dal Cartoon Network Africa Creative Lab per il suo “Garbage Boy & Trash Can”, un cartone su scuola e bullismo. La serie è ispirata al suo difficile inserimento in un liceo di Lagos, e coinvolge un bidone della spazzatura e un gruppo di bulli.

L’autore ha raccontato che da ragazzo era così determinato a imparare a realizzare cartoni animati che trascorreva ore negli internet cafè di Lagos, guardando tutorial su YouTube e prendendo appunti. Inevitabilmente finiva un po’ isolato.

Ho deciso di creare Garbage Boy come esempio di speranza. Magari anche di perdono. Per mostrare che dal bullismo si esce, che quei gesti non definiscono ciò che sei per sempre”.

Dopo la vittoria del premio Moshood ha fondato una sua società di produzione e sta lavorando a una serie di animazione dal titolo “In My Hood”.

Ridwan Moshood / "Garbage Boy"

Ma il suo successo non è un caso isolato in Africa. Nick Wilson, il fondatore dell’African Animation Network, ha raccontato in un’intervista alla BBC che nel continente emergono molte storie come questa. Diversi autori di animazione iniziano a farsi notare in Nigeria, Ghana, Kenya, Uganda, Egitto, Sud Africa, Mozambico e Burkina Faso.

Ovunque troviamo talenti eccezionali. E la maggior parte è completamente autodidatta“, ha dichiarato Wilson.

Molti autori di animazione iniziano a farsi notare in Nigeria, Ghana, Kenya, Uganda e Burkina Faso

Doh D Daiga è un animatore camerunese che vive in Burkina Faso. Alla BBC ha raccontato che esistono molti creativi che non emergono per mancanza di supporto e scuole di formazione all’altezza. Adesso grandi studi come Toonz Media Group e Baboon Animation hanno annunciato la volontà di fondare accademie in diverse città africane, unendosi alle poche già esistenti.

Ridwan Moshood / “In my hood”

Uno dei maggiori successi dell’animazione africana è “My Better World”, una serie realizzata dal produttore Chris Morgan in collaborazione con un team di oltre 100 creativi. Il programma è diventato rapidamente lo show per bambini più votato dell’anno in Kenya. È stato anche candidato all’Annecy International Animation Film Festival, uno dei più importanti concorsi di animazione al mondo.

"My Better World" / Fundi Films

Non tutto il lavoro di animazione in Africa è rivolto ai bambini, ovviamente. A Nairobi c’è Ng’endo Mukii, che usa il disegno per esplorare questioni particolarmente sensibili nel suo Paese.

Il suo film più famoso, “Yellow Fever”, racconta l’uso diffuso di creme sbiancanti tra le donne in Kenya. “Volevo esaminare il modo in cui le donne usano questi prodotti per cambiare il loro aspetto. E riflettere su ciò che consideriamo bello e su quello che no”.

Il film ha vinto il premio come miglior cortometraggio animato al Chicago International Film Festival nel 2013. Mukii ha affrontato altri temi caldi nei suoi lavori, come il fenomeno della migrazione in Africa e il traffico di esseri umani.

“My Better World” / Fundi Films

L’anno scorso Netflix ha acquisito la sua prima animazione africana, “Mama K’s Team 4”, un cartone animato su quattro ragazze adolescenti ambientato a Lusaka, in Zambia. Nel frattempo Pixar sta assumendo decine di professionisti in Africa, per servizi di produzione e animazione nei suoi film.

A causa della pandemia, il mercato dei contenuti animati è in forte crescita dappertutto. Le produzioni “dal vivo” sono state interrotte o limitate, così le piattaforme si rivolgono al settore dell’animazione per riempire i palinsesti.

Netflix ha acquisito la sua prima animazione africana “Mama K’s Team 4”, un cartone su quattro ragazze ambientato in Zambia

Curiosamente, mentre aumentano le richieste dai mercati esteri, è più difficile per i creativi africani vedere le proprie opere sugli schermi locali. Le emittenti trovano più economico importare programmi dall’estero, piuttosto che finanziare produzioni originali. 

L’African Animation Network, che riunisce centinaia di animatori in Africa, sta cercando di superare il problema inaugurando una propria rete televisiva. Il canale è in una fase pilota e il lancio è previsto nei prossimi mesi. Nick Wilson, il suo fondatore, è sicuro: “Siamo sul punto di diventare, per la prima volta, un’industria fiorente e sostenibile”.