Questi ritratti che celebrano la cultura del Kenya sono abbastanza ipnotici
Li ha realizzati una fotografa locale: Thandiwe Muriu
Attraverso il progetto “Camo”, Thandiwe Muriu esalta la sua eredità keniana, soffermandosi su temi come l’identità e la percezione di sé. Utilizza colori forti e la vivacità espressiva della sua terra. Il suo stile è inconfondibile: pulito, audace, potente.
Muriu è una fotografa autodidatta nata e cresciuta a Nairobi, in Kenya. Ha studiato economia e per un po’ ha lavorato in questo ambito, prima di scegliere la strada della fotografia. A 23 anni ha firmato il suo primo contratto per una campagna internazionale, affermandosi in un campo ancora prettamente maschile nel suo paese.
In un’intervista rilasciata alla BBC, ha raccontato le difficoltà che ha dovuto affrontare nella sua carriera: “Spesso andavo sul set e le persone parlavano con il mio assistente, presumendo che fosse lui il fotografo. Ho dovuto imparare a essere coraggiosa. A dire “qui comando io”.
È nata e cresciuta a Nairobi. Ha firmato il primo contratto per una campagna internazionale a 23 anni
Le sue composizioni parlano di corpi locali attraverso la sublimazione del tono della pelle e acconciature tipicamente afro. I suoi scatti restituiscono uno sguardo unico, particolarmente riconoscibile e personale, sulla bellezza di una comunità.
Il progetto più noto è “Camo”, abbreviazione di “camouflage”, di grande successo sui social e sui siti di grafica. Il titolo deriva dal risultato mimetico dei suoi scatti: lo sfondo dei ritratti si fonde perfettamente con gli abiti tradizionali indossati dalle modelle, generando texture sempre originali. Le persone al centro delle fotografie quasi scompaiono, eppure al tempo stesso è impossibile ignorarle.
Gli abiti sono realizzati con tessuti psichedelici e sono facilmente associabili al contesto africano, senza essere stereotipati o folkloristici, ma piuttosto luminosi e ipnotici.
Nelle foto compaiono anche oggetti d’uso quotidiano: ogni accessorio contiene un riferimento alla cultura keniota o ad un ricordo personale dell’autrice. Gli occhiali in lana d’acciaio rievocano le spugnette per strofinare le pentole presenti in molte case in Kenya; ingranaggi e catene simboleggiano “la bicicletta Black Mamba che puoi vedere entrare e uscire dal traffico di Nairobi”. Anche i bigodini sono un omaggio alle acconciature degli anni ’90, mentre una frangia rossa richiama la nappa legata allo specchietto della Toyota Corolla dello zio di Muriu.
“Amo la fotografia di moda, ma ho capito che deve essere la fotografia a riflettere chi sono e il mio background e non viceversa”, ha spiegato Muriu.
Nella serie di foto “Camo”, lo sfondo si fonde perfettamente con gli abiti tradizionali indossati dalle modelle
La serie nasce dalla voglia di difendere la specificità dei tratti locali. Le foto enfatizzano gli elementi caratteristici della bellezza africana: lo spazio tra i denti di alcune donne, ad esempio, è considerato simbolo di nobiltà nella cultura kikuyu, così come i capelli intrecciati in acconciature tradizionali.
La speranza di Muriu, ha aggiunto, è che qualsiasi bambina keniota di 10 anni possa sentirsi rappresentata dalle sue foto, riconoscendosi in queste immagini con orgoglio.
“Camo” contiene oggi moltissimi scatti, ma Muriu ha raccontato di voler rendere il progetto ancora più ampio, aggiungendo altre fotografie. “È una sfida che voglio portare avanti per tutta la vita. Sarebbe bello provare a catalogare tutte le acconciature e tutti i tessuti kenioti, magari creare il primo archivio digitale del paese. Perché no?”.
Intanto questi sono gli scatti sulla sua pagina Instagram. Andate e lasciatevi ipnotizzare.