Fabio Servolo
CoFounder - Panama

Perché Netflix sta eliminando i titoli di testa

Qualcuno sta pensando di togliervi le sigle, e non siete stati avvisati

Sarebbe stato più semplice parlare di quanto siano belle le intro di alcune delle nostre serie preferite. Le migliori cinque. Magari le migliori dieci. La verità è che qualcuno sta pensando di eliminarle.

Fare a meno dei titoli di testa è una scelta sempre meno inusuale su Netflix. L’assenza della sigla è gestita così bene che probabilmente non ve ne siete neanche accorti. Il modello di consumo è cambiato, ora siamo noi a decidere quanto grande è il nostro appetito. Netflix ci ha liberato dalla logorante attesa della nuova puntata settimanale. Ci siamo così lasciati alle spalle la necessità di introdurre ogni singolo episodio allo stesso modo.

Nel cinema precedente agli anni ’70 c’erano interminabili opening credits che introducevano la pellicola. Con la tv si è creato un flusso continuo di contenuti diversi fra loro. La sigla segnava l’inizio del programma, ci dava il tempo di passare dal tavolo alla poltrona. Con lo streaming, i titoli di testa sono diventati meno didascalici e più evocativi. In una modalità di fruizione dove possiamo guardare più episodi di seguito, l’utilità della sigla viene a meno. Sappiamo cosa c’è sul nostro schermo semplicemente perché l’abbiamo scelto. E non è bello sottolineare l’inizio di una puntata. L’ennesima. Quella che potrebbe sembrare di troppo.

Netflix ci ha liberato dalla logorante attesa della nuova puntata settimanale

La intro di Better Call Saul

Partiamo dai più recenti classici, Better call Saul. La durata della intro si accorcia sensibilmente, rimane la theme song, ma qualcosa inizia a cambiare. Il girato che fa da sfondo al logo di Saul cambia di volta in volta. Diventa una mini sequenza dinamica.

"I am not ok with this" e "The end of the f***ing world" a confronto

Nelle serie originali firmate Netflix il concetto di intro viene del tutto disassemblato. A portarci dentro il racconto è il primo minuto dell’episodio, solitamente un colpo di scena. Al termine di questa anticipazione appare il logo sovrapposto al girato, che scandisce il cambio di ambientazione. La puntata è iniziata, il passaggio è stato piuttosto indolore.

Questo è quanto succede in I am not okay with this e The end of the F***ing world, che hanno parecchi punti in comune anche sul piano narrativo. In Russian Doll il logo non compare più in un punto preciso dell’episodio, a volte proprio non c’è. In Dead to me funziona invece come una maschera che metaforicamente cela ciò che accade dietro.

Il logo di Sex Education immerso nel contesto

In Sex Education il nome della serie fa parte del paesaggio e subisce il movimento di camera, cambiando colore e prospettiva. Diventa un elemento completamente integrato nella scena. Da qui in avanti si va verso la smaterializzazione completa. Cosa che avviene in Maniac. Vogliamo solo rimanere dentro la storia. Accettiamo di subire il vortice temporale che si sta creando sia dentro l’episodio che nel nostro appartamento. Con l’aiuto del play automatico e l’assenza di titoli, tutto diventa un unico flusso di consumo.

Un film da 6 ore, diviso in più tranquillizzanti spuntini da 40 minuti, ma senza reali pause. In mancanza di un logo, si va a personalizzare l’unica cosa rimasta, l’indicazione A Netflix Original Series, che si adatta al contesto visivo della narrazione.

Il poco che resta di un titolo di testa, nella serie Maniac

Con l’aiuto del play automatico e l’assenza di titoli, tutto diventa un unico flusso di consumo

Forse possiamo davvero fare a meno dei titoli di testa. A farci capire rapidamente che siamo dentro a una storia sono molti elementi di regia. Piani di ripresa, movimenti di macchina, ritmo. Ma anche la definizione dei personaggi: cosa mangiano, come vestono, le loro catch phrase. Il tocco finale a volte è dato dai brand che appaiono più o meno dichiaratamente e danno consistenza alla scena. Basta una confezione di Eggo per capire che siamo dentro Stranger Things.

L’arte dei titoli di testa in ogni caso non è destinata a scomparire così in fretta. Sono molte le serie che fanno degli opening credits il loro punto di forza. Anche se la loro utilità è venuta a meno, rimangono un tassello fondamentale nella cultura visiva dello streaming. Il pubblico che ha chiesto il pulsante skip intro è lo stesso che poco prima amava cantare le note iniziali di Game of Thrones. Quasi a dire: dateci la possibilità di saltare la intro, ma anche la libertà di rivederla ogni singola volta, se ci va.