In una scena di “The Wolf of Wall Street”, il giovane broker Jordan Belfort, magistralmente interpretato da Leonardo Di Caprio (a cui non diedero l’Oscar nemmeno per quel film, povero), mentre è a colloquio con il suo nuovo capo, l’esperto e drogatissimo Mark Hanna (Matthew McCounaghey), impara la più grande lezione di vita per un mediatore finanziario di Wall Street: tutto quello che i broker devono fare è spostare i soldi dalle tasche del loro cliente e metterli nelle proprie.
Tutto ciò che avviene in borsa è polvere di stelle, fugazi, non esiste, non tocca terra. È l’illusione a renderci degli ottimi acquirenti. L’illusione di diventare ricchi, quella di diventare più belli, più magri, più immortali. Il coronavirus che va tanto di moda in questo 2020 ci ha portato a desiderare una sola cosa. Non ammalarci. La paura ci ha avvolto, ci ha portato nelle tenebre, ci ha costretti in casa in un lungo lockdown. E la paura è un potente adrenalinico, un afrodisiaco che ci fa agitare. Così, finita la clausura, il mondo è ripartito. L’economia, soprattutto, è ripartita.
È l’illusione a renderci degli ottimi acquirenti. L’illusione di diventare più belli, più magri, più immortali
Inevitabile, in un sistema di ingranaggi rodatissimo dove quello che conta è produrre, non solo in nome del danaro, del guadagno, ma anche in quello della sopravvivenza. Perché la povertà, al mondo, fa ancora più morti del Covid-19, è un dato di fatto. E la pubblicità si è adeguata, con una zampata che sa del sapore dell’olio di palma, campagna che colonizzò (e continua a farlo) le confezioni dei nostri biscotti, quelle del nostro pane in cassetta o dei nostri gelati. Adesso vende l’illusione della sicurezza. Ripartiamo, insieme, in sicurezza.
Un mantra, una preghiera, l’ultimo verso della poesia da recitare a Natale per guadagnarsi diecimila lire sotto al piatto. La pubblicità parla alle persone e le persone guardano la televisione, gli schermi dei loro pc e dei loro smartphone, per tenersi informati.
Ora la pubblicità vende l’illusione della sicurezza. Ripartiamo, insieme, in sicurezza
È un cerchio, che nasce in un posto e termina nello stesso, consumando la sua traiettoria all’infinito. Noi, ora, vogliamo comprare la sicurezza. In qualsiasi ambito, dall’automobile al soggiorno vacanza, anche laddove la sicurezza non si può promettere – perché: quando saprai il giorno in cui ti ammalerai?
E non di coronavirus, ma di qualsiasi cosa – l’unico concetto che conta, l’unico su cui ripartire è proprio quello. L’illusione della sicurezza è l’oppio dei virologi-consumatori ai tempi del Covid-19. L’assenza dell’olio di palma dalle nostre merendine, che ci fa ingrassare divorando conservanti, felici e contenti. In sicurezza.