Il futuro della moneta è solo digitale, ma quando il progetto grafico è così bello anche una banconota riesce ancora a catturare la nostra curiosità. E a volte dietro a un grande design c’è anche una bella storia. Qui ve ne racconto sei.
Le 10 dobras di São Tomé e Príncipe, la schiavitù, le bandiere, la libertà
Al largo delle coste dell’Africa, nel Golfo di Guinea, due isole emergono dall’oceano in corrispondenza della linea dell’equatore. Si tratta di un minuscolo arcipelago che prende il nome di Repubblica democratica di São Tomé e Príncipe, uno stato indipendente del continente africano.
Durante il 1400 il Portogallo colonizzò l’intero arcipelago per la grande quantità di materie prime. Per alimentare la manodopera i portoghesi iniziarono a far affluire sulle isole grandi quantità di schiavi africani. La corona portoghese, a quel punto, decise di reclamare il proprio diritto di proprietà sulle isole. Durante il secolo seguente la tensione sociale, come intuibile, aumentò fino a esplodere.
Sulla banconota da 10 dobras, la valuta locale che prende il nome dagli antichi gettoni d’oro portoghesi, è raffigurato Rei Amador, uno dei leader degli Angolari e capo di un’importante ribellione contro la schiavitù. Il 9 luglio 1595, Rei e il suo popolo marciarono verso l’interno delle isole e combatterono i portoghesi. Quel giorno venne issata una bandiera davanti ai coloni per proclamare Rei Amador nuovo re di São Tomé e Príncipe e “liberatore di tutti i neri”. La liberazione durò meno di un anno, ma fu un primo passo importante. Ancora oggi Rei viene ricordato con affetto e considerato un eroe nazionale delle isole.
Le banconote sono state progettate dal Banco Central e stampate da De La Rue, la più grande società tipografica britannica attiva nella stampa di francobolli, banconote e passaporti. Il design di questa serie è stato introdotto nel 2016. Sul dritto della serie, insieme a Rei, sono rappresentate varie specie di farfalle locali, mentre sul rovescio compaiono illustrazioni della fauna. Il carattere tipografico graziato scelto per questa serie è l’Albertus, disegnato da Berthold Wolpe nel 1940.
I 100 rubli russi e le teorie complottiste sui mondiali di calcio
In occasione del campionato mondiale di calcio 2018, edizione ospitata dalla Russia, la Banca Centrale Russa ha presentato una nuova banconota commemorativa da 100 rubli. Sul fronte, in formato verticale, è ritratto l’iconico portiere russo Lev Yashin, che si tuffa per una parata. Conosciuto dai fan di tutto il mondo come Black Spider per via della sua incredibile agilità e per la divisa total-black, Yashin è considerato ancora oggi uno dei più grandi portieri della storia. La sua parata, sullo sfondo, è d’ispirazione al bambino in primo piano. Il verde smeraldo della palla, stampato con pigmenti metallici riflettenti, riporta l’attenzione al tema calcistico.
Sul retro, un’illustrazione sovrappone il globo con una palla da calcio, la Russia al centro, e i nomi delle 11 città ospitanti che delineano un vortice d’aria creato dalla palla stessa. Un linguaggio grafico moderno e un soggetto inusuale rendono questa banconota un’ottima preda per tifosi e collezionisti.
Un piccolo dettaglio della banconota è riuscito a sollevare alcune teorie complottiste. Poco sopra Yashin, in una porzione olografica della banconota, compare la stilizzazione di un calciatore a mezz’aria che rilancia una palla colpendola col dorso del piede. Un gesto atletico premonitore di qualcosa che si sarebbe verificato poche settimane dopo. Nessuno avrebbe potuto prevedere che la nazionale Russa, 70ª classificata nelle precedente classifica FIFA, sarebbe invece arrivata ai quarti di finale di quell’anno. Nessuno tranne la Banca Centrale Russa, secondo alcuni.
Il calciatore a mezz’aria stilizzato è esattamente nella posizione sospesa con la quale il portiere Igor Akinfeev riuscì a parare, in modo del tutto fortuito, il rigore che aprì poi alla Russia la strada ai quarti di finale. Akinfeev venne proclamato “uomo del match” e ancora oggi molti appassionati in russia ricordano il piedino magico di quella giornata.
Le 100 rufiyaa e gli abiti tradizionali delle Maldive
La terza e più recente versione cartacea della rupia delle Maldive è state progettata dal designer Abdulla Nashaath. Prende il nome di “Ran Dhihafaheh”, traducibile come “Golden Fifty”, in riferimento alla dichiarazione di indipendenza delle Maldive. Si tratta della prima versione che include la trascrizione in Braille. Dal precedente design erano passati ben 33 anni.
Con l’introduzione della nuova serie, la MMA (Banca Centrale delle Maldive) ha raggiunto fisicamente con i suoi rappresentanti tutte e 185 le isole abitate. Per l’occasione è stata lanciata un’app dedicata, Viya, con approfondimenti sui dettagli tecnici e sul progetto grafico e concettuale.
Il design frontale delle banconote da 100 rufiyaa presenta una donna in un abito tradizionale maldiviano (Libaas) che lavora sulla scollatura (Hiru) di un abito simile a quello che lei stessa indossa. Il rovescio illustra le tavole contenenti le prime scritture Dhivehi, le Dhambidhū Loamaafaanu, lastre di rame sulle quali i primi sultani delle Maldive scrivevano ordini e concessioni. Il carattere tipografico Dhivehi è stato progettato appositamente per la serie da un team di lavoro multidisciplinare.
Della stessa serie, il taglio da 1000 è stato candidato come migliore banconota dell’anno nel 2016 dall’International Bank Note Society. Candidatura meritatissima. Eccola.
Nota a margine: in questo breve viaggio fra le valute del mondo ho appreso che la lingua Maldiviana (o Dhivehi) non è al momento tradotta su Google Translate, cosa che non ha aiutato la raccolta delle informazioni.
I 50 fiorini di Aruba e la natura caleidoscopica
Il fiorino di Aruba, isola caraibica e nazione sotto il Regno dei Paesi Bassi, ha un design ricco di tinte sature che partono dagli elementi più vistosi e iridescenti della fauna e della flora locale.
Per il progetto grafico più recente, che risale al 2019, la Banca Centrale di Aruba ha coinvolto diversi artisti locali, già abituati a rappresentare nei loro dipinti le bellezze dell’isola. Per il fronte sono stati scelti gli animali selvatici che più raramente concedono di farsi vedere o avvicinare. Le illustrazioni sono combinate con motivi decorativi presenti su delle antiche ceramiche precolombiane, con l’idea di sottolineare la relazione tra passato e presente.
Il taglio da 50 fiorini, rappresenta sul fronte un esemplare di Leptuca cumulanta, il granchio violinista. Il retro ritrae la Willem III Tower del forte Zoutman, nella capitale Oranjestad. Oggi la torre è patrimonio UNESCO e memoria della tratta di schiavi che fu perpetrata in tutti i caraibi.
Mentre la tipografia è inserita per lo più seguendo il senso orizzontale, le illustrazioni hanno invece un taglio verticale. Questo rende la banconota utilizzabile e riconoscibile in tutti e due gli orientamenti.
I 5 dollari neozelandesi e l’esploratore che conquistò i due Poli
La banconota da 5 dollari della Nuova Zelanda è comparsa nella prima serie del 1967, poi rivisitata graficamente diverse volte in seguito. A partire dalla quinta serie venne introdotto il ritratto di Sir Edmund Hillary, esploratore e alpinista neozelandese dalle leggendarie imprese.
Edmund Hillary è stato, insieme allo sherpa Tenzing Norgay, il primo alpinista ad aver raggiunto la vetta del monte Everest. Ha dedicato gran parte della sua vita ad aiutare le popolazioni del Nepal. Grazie al suo aiuto molte scuole e ospedali sono stati costruiti in questa regione del Nepal. Fu anche la prima persona ad aver raggiunto entrambi i due Poli.
Un’icona per molti ma in particolare nel suo paese d’origine, tanto da spingere la Banca Centrale a dedicargli uno spazio sulla valuta locale. Hillary è stata, ad esclusione dei capi di stato neozelandesi, la prima persona in assoluto ad esser stata ritratta su una banconota.
I 10 dollari canadesi e la lotta al razzismo, partita da un cinema
Viola Desmond era una donna d’affari nera di successo che fu incarcerata per essersi platealmente rifiutata di lasciare un’area riservata ai bianchi all’interno di un cinema di New Glasgow, Canada, nel 1946. Il suo caso giudiziario è stato fonte di ispirazione per la ricerca dell’uguaglianza razziale in tutto il Canada.
A lei è stata dedicata la banconota da 10 dollari canadesi. Sul fronte, accanto al suo ritratto, compare una sintesi grafica della griglia stradale di Halifax, città in Nuova Scozia dove si trovava il Desmond School of Beauty Culture, istituto da lei fondato per sostenere e facilitare l’inserimento lavorativo delle giovani donne nere. Questa è la prima banconota canadese a non rappresentare né un primo ministro né un membro della famiglia reale, e la prima a rappresentare una donna canadese che non sia la regina.
Il rovescio presenta il Canadian Museum for Human Rights a Winnipeg, Manitoba. Il pattern grafico di sfondo rispecchia l’architettura interna del museo. Una citazione della Carta canadese dei diritti e delle libertà appare sia in inglese che in francese. Nella parte bassa della banconota c’è una finestra trasparente nella quale si vede un dettaglio della Biblioteca del Parlamento, che può essere osservato da entrambi i lati della banconota. La Banca Canadese ha creato un modello tridimensionale interattivo della banconota per favorire la percezione e la sensazione visiva della stessa anche al pubblico digitale.