Marco Marsullo
Romanzi per Einaudi. Articoli in giro

La mutazione del gamer

Guardare è più bello che giocare, su Twitch

Se solo ripenso a quando presi in mano, per la prima volta, il controller del Super Nintendo – avevo dieci anni o giù di lì – rivedo nitida la pazzia innescarsi nei miei occhi, fluire come un fiume in piena (neanche la diga del Mose avrebbero potuto fermarlo) nei miei tendini, fino a giungere alle mani che innescavano mulinelli folli nelle dita. Ero fortissimo.

Street Fighter, Donkey Kong Country, Super Mario World. La linfa della fantasia si autoalimentava ogni pomeriggio, aiutandomi silenziosa, io ne sono sicuro, a fare il lavoro che faccio oggi: inventare storie nei miei libri. Perché il videogioco è un esercizio interattivo di fantasia. Che però, via via, è andato arrugginendosi. 

Le varie evoluzioni delle console (che ho posseduto quasi tutte) hanno rotto l’embargo della solitudine del videogiocatore per trasformarla nella riunione di massa: il multiplayer. L’approdo dell’online, con la possibilità di sfidare altri giocatori sparsi in giro per il globo terracqueo, ha modificato l’approccio al gioco in modo radicale. Come la schiacciata nel basket o la regola secondo la quale il portiere di calcio non può prendere con le mani un retropassaggio. La rivoluzione. E il videogiocatore è diventato un gamer.

La fantasia della trama del videogame, da giocare nel silenzio della propria cameretta, ha abdicato in favore della voglia matta di sconfiggere un quindicenne dell’Ohio che, ormai – e lo dico da trentacinquenne – ha più cartucce da sparare di te (non solo in game).

L’approdo dell’online ha modificato l’approccio al gioco in modo radicale

Ma il confine si è spostato ancora di più, negli ultimissimi anni. Twitch ha preso possesso dell’attenzione dei giovani gamer. E anche dei meno giovani, tipo me. Twitch è una semplicissima piattaforma, per chi non la conoscesse, che trasmette in streaming qualsiasi cosa, comprese le sessioni di alcuni giocatori (molti dei quali seguitissimi, che ne hanno fatto un vero e proprio lavoro) mentre si cimentano nei più famosi giochi del momento.

Così, io stesso, mi sono scoperto spettatore attento, per ore, di un russo o di un americano (chi lo sa se anche lui dell’Ohio?) che massacrano, rigorosamente online, altri player su Call of Duty Warzone, sparatutto in prima persona tutti contro tutti. Fino a che non ne resterà soltanto uno vivo nella mappa.

Twitch ha preso possesso dell’attenzione dei giovani gamer

Il concetto di Highlander con Cristopher Lambert applicato ai videogames di oggi (so che molti di voi, solo perché ho nominato il film, hanno sentito nelle loro teste l’attacco di Princes of Universe dei Queen). Il punto qual è? La mania voyeuristica dell’osservare i fatti degli altri, nata con Facebook (forse nata all’alba dei tempi, prima di internet, in realtà), proseguita con Instagram e le sue storie, TikTok e company, è sbarcata anche nel mondo dei videogames.

La mania voyeuristica dell’osservare gli altri è sbarcata nel mondo dei videogames

Non più attori principali, voci soliste sul palco, ma spettatori comodi e incuriositi. All’epoca del mio Super Nintendo, ai miei dieci anni, mi sarei fatto sparare in un menisco piuttosto che passare il joypad, anche solo per cinque minuti, al mio amichetto venuto il pomeriggio a casa. Adesso, invece, passiamo direttamente il punto di vista, non solo il joystick. Chi lo avrebbe mai detto?