(Ghibli Museum, Tokyo)

In Giappone c’è una forma di street art che più “street” non si può: quella dei tombini. In oltre 1700 città migliaia di tombini sono decorati con bassorilievi e colori che raccontano storie e cultura locali. Compaiono monumenti iconici, piatti tipici, animali, piante, personaggi famosi e manga. 

Questa storia dei tombini decorati – che in Giappone si chiamano manhoru, dall’inglese manhole – è iniziata con l’Expo di Okinawa del 1975. L’obiettivo, ai tempi, era quello di contrastare la resistenza dei cittadini verso i lavori di ammodernamento della rete fognaria. Così arrivarono i tombini decorati, funzionali ma anche belli, con lo scopo di indurre le persone ad accogliere con entusiasmo la novità. 

All’epoca meno della metà delle abitazioni giapponesi disponeva di una rete fognaria. Il costo delle infrastrutture era molto alto, soprattutto per un’opera praticamente invisibile. Bisognava inventarsi qualcosa per rendere apprezzato l’investimento

Uno dei "manhore" di Tokyo
Un tombino illustrato ad Hiroshima

Dopo più di quarant’anni, i manhoru sono diventati parte del paesaggio urbano in Giappone. Nel 2017 la città di Kawagoe, nella prefettura di Saitama, ha addirittura ospitato un festival dedicato ai tombini creativi, con l’esposizione di 58 opere diverse.

Nel 2019 le strade erano state invase da manhoru a tema Pokémon (chiamati “pokéfuta”). Su diversi siti era apparsa una mappa per geolocalizzarli e un hashtag (#ポケふた) con cui segnalare gli avvistamenti.

I tombini decorati servivano a convincere la popolazione ad accogliere con entusiasmo la nuova rete fognaria

Il designer francese Thomas Couderc ha realizzato un libro intitolato “Manhoru“, in cui ha raccolto i più bei tombini del paese.

È rimasto colpito, in particolare, dai manhoru di Sapporo: due salmoni che nuotano intorno alla Torre dell’Orologio, simbolo della città. Negli anni Settanta, con il nuovo sistema fognario, la qualità dell’acqua era molto migliorata e i salmoni erano tornati a nuotare nel fiume Toyohira-gawa. Un evento celebrato con un’illustrazione ad hoc.

La Torre dell'Orologio di Sapporo
Manhoru a Kusatsu

Couderc ha visitato anche i tombini della comunità di Ojiya, dedicate ai pesci (uno dei temi più raffigurati sui manhoru in generale). Se Sapporo ha i salmoni, Ojiya ha la carpa koi, allevata per la prima volta proprio in città. Oggi ne ospita circa 100 varietà.

Ad Aomori, città nel nord del Paese, ogni anno viene organizzato uno dei festival più spettacolari del Giappone: l’Aomori Nebuta Festival. Couderc ha notato sui tombini i simboli della festa: danzatori, cappelli di fiori e l’enorme sagoma di un guerriero.

Il designer francese Thomas Couderc ha raccolto in un libro i migliori tombini di ogni città

Sui manhoru di Katsuyama il protagonista è un fukuiraptor, un dinosauro vissuto in Giappone durante il Cretaceo (in città erano stati scoperti diversi fossili), mentre i tombini di Fuji celebrano il monte omonimo, patrimonio dell’umanità e protagonista delle famose rappresentazioni del pittore Hokusai.

Il tombino con il monte Fuji
Tombino con dinosauro a Katsuyama

Secondo la Japan Ground Manhole Association – un’associazione con sede a Tokyo che riunisce 32 società attive nel settore  – il successo dei manhoru si deve a Yasutake Kameda, un funzionario del Ministero delle Costruzioni che per primo incoraggiò la produzione di tombini creativi negli anni ’70.

I manhoru personalizzati costavano circa il 5% in più rispetto a quelli standard, ma quasi tutti i 1780 comuni giapponesi decisero di adottarli.

La passione per i tombini giapponesi ha generato grandi gruppi di appassionati. Ci sono spazi online in cui vengono scambiate foto e curiosità (c’è persino un sottogruppo di persone che fanno “takuhon”, sfregamenti dei tombini). Una donna americana di nome Shirley MacGregor ha prodotto due libri su particolari trapunte ispirate ai manhoru.

La guida più aggiornata sull’argomento è probabilmente “Nihon no Manhoru“, un volume del 1997, segnalato anche dal Japan Times. Il libro fornisce analisi e dettagli su 1546 tombini distribuiti nel paese.