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Tra gli anni ‘90 e l’inizio del 2000 Nokia ha dominato il mondo della telefonia mobile. Dopo decenni in cui ha rivoluzionato il settore con dispositivi di eccezionale successo, nel 2013 l’azienda ha ceduto a Microsoft gli ultimi brevetti del suo portfolio. Una fine abbastanza triste per un’azienda che ha cambiato il modo in cui concepiamo i telefoni.

Nokia si è imposta nell’immaginario collettivo come grande produttore di cellulari e smartphone. Eppure, stranamente, l’azienda era nata come cartiera. Era stata fondata nel 1865 dall’ingegnere Fredrik Idestam a Tampere, nella Finlandia sud-occidentale. La collocazione dei suoi mulini lungo il fiume Nokianvirta, in particolare, diede al fondatore l’idea di chiamare la fabbrica Nokia.

Su quel fiume sarebbero arrivati anni dopo uno stabilimento di gomma e un’azienda di telecomunicazioni. Le tre sigle si sarebbero unite nel 1967, dando vita a Nokia Corporation, un conglomerato che vendeva di tutto, dalla carta igienica agli pneumatici per auto. Eppure sarebbe stato il settore tecnologico quello su cui si sarebbe concentrata la maggior parte degli investimenti del gruppo.

L’azienda era nata come cartiera nel 1865, a Tampere, nella Finlandia sud-occidentale

Nei primi anni ‘70, sfruttando la neutralità della Finlandia durante la guerra fredda, Nokia avviò un commercio di componenti tecnologiche con la Russia. L’azienda girava però segretamente le informazioni al Pentagono, permettendo agli Stati Uniti di tenere traccia degli sviluppi tecnologici dell’Unione Sovietica. Una conferma della scaltrezza imprenditoriale e della collocazione dell’azienda sempre in bilico tra est e ovest.

Nel 1979 Nokia lancia il primo telefono per auto, il Mobira Senator, un giocattolino di circa 10 kg. Tre anni dopo introduce il Mobira Cityman 900, il primo telefono veramente portatile al mondo. Pesava circa 800 grammi e costava 5500 dollari. Fu soprannominato “Il Gorba” dopo che l’allora presidente dell’Unione Sovietica Mikhail Gorbachev lo usò per una chiamata da Helsinki a Mosca durante una conferenza stampa nell’ottobre 1987.

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Negli anni ’90 la leadership del gruppo decise di concentrarsi esclusivamente sul settore della telefonia. Nel 1992 Nokia presentò la sua serie di telefoni 2100, un successo planetario, i primi con la famosa suoneria “Nokia Tune”. Il management aveva stimato di piazzarne 400.000, ma arrivarono a venderne oltre 20 milioni.

La suoneria caratteristica di quel Nokia avrebbe contribuito a rendere popolare l’idea di una melodia come avviso di chiamata. Il motivo era estratto dalla composizione “Gran Vals”, realizzata da un chitarrista spagnolo dell’Ottocento.

Nokia fu la prima a introdurre un telefono portatile. Pesava quasi un chilo e costava 5.500 dollari

Nel 1996 arrivò il Nokia 8110, il “telefono a banana”, divenuto popolare con l’apparizione nel film Matrix. Due anni dopo fu la volta del 6100, altro grande successo, con più di 40 milioni di esemplari venduti in tutto il mondo. Fu il primo con il videogioco Snake preinstallato.

Quelli a cavallo del nuovo millennio furono gli anni di maggior successo della storia di Nokia, un periodo in cui l’azienda arrivò a contendersi con Motorola il ruolo di leader mondiale della telefonia. Chiunque abbia comprato un telefono cellulare tra il 1995 e il 2000 è molto probabile che abbia acquistato un Nokia.

I telefoni dell’azienda finlandese erano affidabili, indistruttibili, facili da usare. La batteria durava giorni, non ore. Inoltre introducevano una serie di innovazioni a cui gli smartphone non avrebbero più rinunciato: la composizione vocale dei messaggi (1999), il lettore mp3 (2001), il Bluetooth (2001), la prima fotocamera (2002).

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Al suo punto più alto nel quarto trimestre del 2007, Nokia controllava il 50,9% del mercato totale degli smartphone. Sfortunatamente non sarebbe durata a lungo, e il nuovo decennio avrebbe portato sfide più difficili per l’azienda. I programmatori di società emergenti, come Apple e Samsung, avevano imparato molto dal successo di Nokia. E ora stavano mettendo a punto dispositivi migliori.

Le configurazioni di Android e iOS, in particolare, erano molto più flessibili del sistema operativo Symbian di Nokia. Erano, in sostanza, più adatte all’avvento di Internet.

Chiunque abbia comprato un telefono cellulare tra il 1995 e il 2000 è molto probabile che abbia acquistato un Nokia

Il successo di giochi come Tomb Rider e dei nuovi casinò online richiese ai produttori di progettare nuove user experience per nuovi dispositivi. Lo stesso vale per i servizi di streaming, che all’inizio del millennio iniziavano rapidamente a diffondersi. Nokia rifiutò di adattare i suoi sistemi alle nuove esigenze degli utenti, perdendo il proprio vantaggio e avviando una tendenza al ribasso che sarebbe durata per anni.

Un’altra sconfitta decisiva sarebbe arrivata sul fronte della tecnologia “touch”. Il lancio di Apple del suo iPhone nel 2007 fu seguito pochi mesi dopo dalla presentazione del primo smartphone Nokia All-Touch. L’uscita ravvicinata dei due prodotti permise un confronto immediato tra le due aziende, confronto che rivelò un’abissale distanza tra la ricettività smooth del nuovo iPhone e quella incerta degli schermi Nokia. Da lì in poi i problemi rotolarono uno dietro l’altro.

All’apice del suo successo, Nokia controllava il 50% del mercato degli smartphone. Non sarebbe durata a lungo

Nel 2007 la società fu costretta a ritirare 46 milioni di telefoni cellulari per via di un ordine di batterie difettose. L’anno dopo i profitti precipitarono del 30%, mentre nello stesso periodo le vendite di iPhone aumentavano del 330%. Nel 2009 l’azienda decise di licenziare 1700 dipendenti in tutto il mondo.

Nel 2011, nel disperato tentativo di uscire dalla crisi e riguadagnare terreno sui competitor, Nokia strinse una partnership strategica con Microsoft. L’obiettivo era introdurre il sistema operativo Windows Phone su tutti i telefoni del gruppo. Il primo frutto della partnership furono gli smartphone Lumia 800 e Lumia 710: sebbene la società riuscì a venderne oltre un milione in ​​pochi mesi, i tagli al personale continuarono. La produzione non raggiunse il livello di entrate necessario per tornare alla redditività.

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Nel settembre del 2013 Nokia annunciò che avrebbe venduto tutta la sua divisione Dispositivi e Servizi a Microsoft. Nel 2015 liquidò il sistema di mappe “HERE” in favore di alcuni produttori di automobili tedeschi.

Oggi il gruppo si concentra sulla vendita di apparecchiature e software a società di telecomunicazioni e di servizi Internet, un lavoro probabilmente meno sexy della progettazione di smartphone, ma che ha permesso a Nokia di fatturare oltre 14 miliardi di dollari lo scorso anno.

Da lì in poi i problemi rotolarono uno dietro l’altro

La riluttanza nell’accettare una rivoluzione è stata probabilmente la ragione di un crollo senza precedenti nella storia del settore, una crisi che ha rapidamente sgretolato un gigante mondiale. Un’azienda che ha impiegato troppo tempo per capire il cambiamento portato dagli smartphone. Mentre inventava nuovi prodotti, restava immobile nella sua visione. È sparita dal paesaggio come i mulini lungo i fiumi.

 

 
Questo articolo è frutto di sintesi e rielaborazione di notizie provenienti da diverse fonti, tra cui The GuardianCnet, Helsinki Times