Il deserto del Gobi è un mare di sabbia e vento. Sta tra la Mongolia e la Cina, larghissimo. Non succede molto, c’è soprattutto silenzio. Mille anni fa qualcuno pensò che sarebbe stato perfetto per una biblioteca.
1907: arriva un monaco ai margini del deserto, in una stazione lungo la Via della Seta. Lo hanno chiamato per visitare la “Grotta dei mille Buddha”: una biblioteca segreta di molti secoli prima, con pagine di amanuensi e scrivani, emerse dal nulla.
Quando il monaco entra nella grotta gli archeologi l’hanno appena scoperta. Si mette a scavare tra migliaia di carte nascoste sottoterra, protette dal vento e dalla storia. Ad un tratto si ritrova tra le mani dei fogli diversi: non sono scritti, sono stampati.
Mille anni fa qualcuno pensò che sarebbe stato un buon posto per una biblioteca
Ora: per quel che ne sapeva lui, era impossibile. Dovette sembrargli un miracolo. Quei fogli erano precedenti all’anno 1000, un tempo remoto, il mondo degli antichi.
Fino a quel giorno il primo libro della storia era considerato da tutti la Bibbia di Gutenberg, pubblicato nel 1453. Del resto prima non si erano viste in giro stampanti. Il monaco aveva trovato una copia del Sutra del Diamante, un testo realizzato con la tecnica della xilografia, un procedimento che permetteva la stampa con inchiostro tramite incisioni in rilievo.
Per quel che ne sapeva lui, era impossibile. Dovette sembrargli un miracolo
Era un blocco lungo mezzo metro, con parole e immagini tratte dalla religione buddista. Sulla copertina c’era la data di pubblicazione (“11 maggio 868”) e la scritta: “realizzato con riverenza per conto di Wang Jie e dei suoi genitori”. Probabilmente dei ricchi in cerca di indulgenze. Dio benedica Wang e i genitori.
Il Sutra del Diamante oggi è conservato alla British Library di Londra. È un testo relativamente breve, di circa 6000 parole. Molti praticanti credono sia stato dettato da Buddha in persona: la cosa lo accomunerebbe all’altro testo-pioniere di Gutenberg, che vanta anch’esso un dio come co-autore. Li avranno anche scritti delle divinità, di sicuro li hanno stampati gli uomini.