(© Mous Lamrabat)

Nelle sue fotografie Mous Lamrabat unisce i simboli della cultura marocchina e della fede musulmana con i marchi occidentali e la cultura pop. Ne escono ritratti beffardi e gioiosi, con uno humor positivo, mai aggressivo. Immagini spiritose e illuminanti.

Lamrabat considera l’umorismo lo strumento migliore per far riflettere grandi masse di persone. Il suo obiettivo è mettere in discussione cliché radicati sui popoli arabi. “Non posso cancellare i pregiudizi delle persone. Però posso mostrare che in noi c’è molto di più di quello che pensano”, ha dichiarato in un’intervista alla Cnn.

Nei suoi scatti il logo McDonald’s può apparire su una museruola alla Hannibal Lecter. Oppure come hennè sulle mani di giovani donne arabe. Un altro elemento ricorrente è il logo della Nike: in una foto un uomo posa con una fetta di anguria a forma di swoosh (titolo: “Nike, please call me”). In un’altra il logo è applicato su una busta usata come turbante.

(© Mous Lamrabat)
(© Mous Lamrabat)
(© Mous Lamrabat)

Lamrabat è nato in un villaggio nel nord del Marocco. È cresciuto nella città di Sint-Niklaas, in Belgio, dove i genitori si sono trasferiti quando era ancora ragazzo. Ha studiato design alla Royal Academy of Fine Arts di Ghent, prima di dedicarsi alla fotografia. Ha raccontato di aver trovato il suo stile durante un viaggio di ritorno in Marocco, nel 2017. “Cercavo qualcosa che fosse mio, ed era proprio lì, di fronte a me. Come un elefante dal culo grosso“.

Le sue foto raccontano l’incontro di diverse culture – marocchina, berbera, africana, europea, musulmana – in uno spazio da lui chiamato “Mousganistan”. “Ho inventato questo mondo perché scegliere può diventare sfinente. Possiamo muoverci tra più culture, e sentire ognuna come nostra”.

(© Mous Lamrabat)
(© Mous Lamrabat)

Alcune delle opere più riuscite mettono insieme icone pop e abiti tradizionali. Indumenti come la djellaba o il niqab vengono rivisitati e brandizzati nelle sue fotografie con i simboli di grandi aziende occidentali: Chicago Bulls, Los Angeles Lakers, Ikea, Gucci, Bmw. O con la faccia di Spongebob.

L’idea di Lamrabat è mostrare questi abiti prima di tutto come capi d’abbigliamento, liberandoli dalla connotazione legata alle tradizioni arabe. Guardandoli in una chiave diversa, gli abiti possono apparire improvvisamente molto meno conservatori.

(© Mous Lamrabat)
(© Mous Lamrabat)

Il fotografo ha presentato la sua prima mostra nella sua città natale (“È stato bello, le persone si congratulavano con i miei genitori. Come immigrato ti preoccupi sempre che i tuoi genitori possano non approvare quello che fai”), da allora ha avuto successo un po’ ovunque: ha esposto le sue fotografie ad Abu Dhabi, Parigi e Amsterdam. È finito su molte riviste, dal magazine africano Nataal al British Journal of Photography, fino a Vogue.

Una sua preoccupazione, come ripete nelle interviste, è essere scelto solo per le origini africane o marocchine, come simbolo di una cultura emarginata. Nel frattempo spera che il suo successo apra le porte ai talenti più giovani del suo Paese. “Amo il Marocco. Vogliamo dimostrare che siamo creativi. Il nostro non è un mondo fermo, abbiamo idee. Ci stiamo muovendo proprio come tutti gli altri”.