Caterina Pucci
Freelance Journalist

I gatti sono il passato, avanti con le rane

Le rane, i meme e l’estetica “cottagecore"

@sopoophia è una TikToker che conta 90 mila fan e 5 milioni di like. Nella bio si descrive brevemente così: “Piacere, mi chiamo Sophia, seguitemi se vi piacciono i criceti e le rane”. Tra i suoi video più apprezzati ce n’è uno brevissimo che mostra una rana con una fragolina per cappello, che si crogiola al sole sulle note di Strawberry Blond di Mitski.

Mi ci sono imbattuta per caso qualche mese fa e di lì a breve il mio feed è stato letteralmente infestato da centinaia di reel e meme dedicati a questi viscidi esserini. TikTok, Instagram, Pinterest: le rane erano ovunque, intente a indossare buffi copricapi, andare sull’altalena, mordere pollici umani o tuffarsi in minuscole piscine. Non che questa invasione mi sia dispiaciuta. Amici e parenti potranno confermare con quanta passione ho cominciato a condividerli, con la stessa naturalezza con cui la maggior parte delle persone si scambia foto e video di gattini. 

A un certo punto ho cominciato a chiedermi se quello che pensavo essere un mio personalissimo feticismo per gli anfibi non fosse piuttosto un sentimento condiviso. Qualche breve ricerca ha immediatamente confermato i miei sospetti: le rane stanno diventando le regine indiscusse dell’Internet. 

 
 
 
 
 
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Perché non mi prendiate per pazza, partiamo subito con i numeri. Secondo i dati Tumblr forniti da Insider, a partire da maggio 2020 – i tag #frogcore e #froggie hanno visto rispettivamente un aumento del 220% e del 567% nel giro di tre mesi. Su Reddit, i post della community r/frogs pubblicati tra marzo e maggio 2020 sono più che raddoppiati rispetto allo stesso periodo nel 2019.

E ancora, guardando ai risultati di ricerca su Google più quotati, ci sono “baby Yoda che mangia una rana” e la “froggy chair”, leggendario pezzo di arredamento ideato per il videogioco Animal Crossing. Su Facebook, gruppi come Frogspotting contano migliaia di iscritti.

Le mie ricerche hanno confermato i sospetti: le rane stanno diventando le regine indiscusse dell’Internet

A dirla tutta, da quando esistono i social, le rane hanno sempre rappresentato una fonte inesauribile di meme. Kermit, iconico personaggio dei Muppet, è spesso raffigurato di profilo, mentre sorseggia una tazza di tè, a rappresentare l’indifferenza per un qualunque evento d’attualità. Poi c’è Dat Boi, una rana che corre su un monociclo, apparsa per la prima volta su Animation Factory, sito per creare GIF animate. 

Infine, il popolare quanto controverso Pepe the Frog. Pepe apparve per la prima volta nel 2005, all’interno del fumetto Boy’s Club di Matt Furie. A partire dal 2008 cominciò  a circolare su 4chan trasformandosi a poco a poco in un simbolo di propaganda per l’alt-right. Nel 2016, l’Anti-Defamation League lo dichiarò ufficialmente un simbolo d’odio. Fu allora che Furie lanciò l’hashtag #savepepecampaign nel disperato tentativo di liberare il suo personaggio. Secondo Hyperallergic, Pepe the Frog è riuscito alla fine a superare questa connotazione negativa, trasformandosi in una vera e propria icona queer. Lo dimostrano le proteste a Hong Kong del 2019, dove molti attivisti lo avevano sfoggiato come simbolo di libertà. 

 
 
 
 
 
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Sul perché le rane siano diventate una mascotte queer sono state formulate diverse teorie. Liz Sommer ha provato a raccoglierle nella newsletter Bnet. 

Tutto cominciò con il discorso sulla “bomba gay pronunciato nel 2015 da Alex Jones, conduttore radiofonico statunitense noto per aver sostenuto varie teorie del complotto. Nel corso del programma InfoWars, riferendosi a presunte sostanze chimiche aggiunte all’acqua disse che “rendevano gay le rane del cazzo”. Nella clip originale (che, insieme al resto della biblioteca di InfoWars è stata bandita da YouTube) Jones sostenne che le rane gay fossero la prova che il governo degli Stati Uniti, aggiungendo l’erbicida Atrazina all’acqua del rubinetto, volesse diffondere l’omosessualità, evirare gli uomini e ridurre la crescita della popolazione. 

Nonostante il riferimento durasse una manciata di minuti, il discorso divenne virale. La clip incriminata venne remixata in orecchiabili mix in loop su YouTube e su TikTok utilizzati come colonna sonora di video. In maniera ironica, avevano lo scopo di dire che, se le rane gay esistessero, sarebbero piuttosto fighe, in realtà, e la loro esistenza sarebbe un ulteriore motivo per le persone LGBTQ+ di rivendicarle come icone.

 
 
 
 
 
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Un’altra ispirazione arriva dalla serie di libri Frog and Toad (Rana e Rospo). Pochi anni dopo la pubblicazione del primo libro, l’autore Arnold Lobel fece coming out con la sua famiglia. Le storie di Frog and Toad sono ambientate in un’idilliaca campagna e il loro stile di vita incarna perfettamente l’estetica “cottagecore”, sottocultura che tende a celebrare e idealizzare le atmosfere rurali, come un mondo di fantasia dove fuggire dalla realtà. 

Durante la pandemia, il “cottagecore” ha preso piede su Tumblr e Instagram, influenzando anche i meme. Il mondo fantastico di Frog and Toad è un mondo in cui l’amore per la natura e il senso di comunità vincono sui mali del mondo. Un mondo di cui le nuove generazioni sembrano avere moltissima nostalgia, pur non avendolo mai vissuto. Contemporaneamente su Tumblr sono nate le sottocategorie “soggycore” o “swamcore” che tendono a romanticizzare animali normalmente considerati brutti e viscidi.

Tutto cominciò con il discorso sulla “bomba gay” di Alex Jones, conduttore radiofonico complottista. Riferendosi a sostanze chimiche aggiunte all’acqua, disse che “rendevano gay le rane del cazzo

Quanto più Internet diventa uno spazio di narrazione alternativo per categorie storicamente marginalizzate, tanto più nasce l’esigenza per la comunità LGBTQ+ di trovare nuove icone in cui potersi identificare. Le rane non rientrano negli “standard di bellezza” dei cuccioli pelosi ai quali siamo abituati. In più, le trasformazioni che subiscono nel corso della vita suggeriscono un immediato parallelismo con il “coming out”, la scoperta e affermazione del sé. Secondo Metro, all’interno del frog tiktok, l’hashtag #lesbianslovefrogs conta oltre 700.000 visualizzazioni.

 
 
 
 
 
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Tornando per un attimo a Pepe the Frog, il contrasto tra i meme con contenuti white suprematist e il nuovo #frogtiktok è abissale. Quella di TikTok è una community più equilibrata e spensierata rispetto a quella di Twitter che portò alla radicalizzazione di Pepe.

La diffusione di contenuti queer legati alle rane evidenzia la loro capacità di consolidare i pensieri e sentimenti di una comunità molto eterogenea, che cerca di esprimere la propria identità e autodeterminarsi anche attraverso i meme.