Danilo Ausiello
CoFounder - Panama

Come scrivono i grandi scrittori e le grandi scrittrici

Qualche esempio, alcune piccole cose. Ma grandi*

La stanza in cui scriveva Virginia Woolf, pare

– D.H. Lawrence era uno scrittore di viaggio. Nel libro Mare e Sardegna ad un certo punto parla delle gambe corte del re Vittorio Emanuele. Nella versione inglese le chiama “his little short legs”. Ora, da un punto di vista tecnico, i due aggettivi “little” e “short” sarebbero una ripetizione. Una maestra a scuola ne toglierebbe uno. Ma se rileggete ad alta voce vi sembreranno perfetti insieme. Suonano farseschi, più comici, sfottono meglio. Anche la disposizione delle parole è importante: “short little legs” sarebbe stato più morbido, “little short legs” è più nervoso, più stizzito. Vi fa sentire il re che vi trotterella dietro, mentre incespica sulle sue gambette corte.

– Flaubert parla di Parigi che si svuota d’estate e scrive che “le grandi muraglie dei collegi sembravano quasi ingrandite dal silenzio”. Non è vero che il silenzio ingrandisce i paesaggi? Lo sapevo, ora lo so meglio.

– In un racconto lo scrittore americano Saul Bellow parla del fuoco di un camino e scrive che “le fiamme si agitavano come un banco di pesci nel fuoco prodotto dal carbone”. Lo vedete quell’azzurro? Scrivere bene è anche vedere bene.

– Anna Maria Ortese è una delle scrittrici zero-considerate della letteratura italiana. Ha scritto un libro importante su Napoli. “Qui il mare non bagnava Napoli. Ero sicura che nessuno lo avesse visto, e lo ricordava. In questa fossa oscurissima, non brillava che il fuoco del sesso, sotto il cielo nero del sovrannaturale”. In poche righe ci sono acqua, terra, fuoco e cielo. Una mappa di tutto in 30 parole.

– A proposito di vedere bene: Tolstoj scrive che “le braccia dei neonati sono così grasse da sembrare legate con lo spago”. 💙

– Toni Morrison è una scrittrice afroamericana, ha vinto il Nobel per la Letteratura nel 1993. “It was a fine cry — loud and long — but it had no bottom and it had no top, just circles and circles of sorrow”. Un pianto può essere descritto per linee geometriche, se sei un Nobel per la Letteratura.

– Sempre sulle forme per disegnare sentimenti: “È brutto il cerchio di un giorno vuoto, quando la sera ti stringe intorno al collo come un cappio” (Elena Ferrante).

– Il lettore si stanca, preferisce frasi brevi. Ma i grandi scrittori non hanno paura di scrivere frasi lunghissime a volte, senza usare punti. Sanno come tenerle in piedi e non farti sfiancare. Sono piccole architetture perfette, congegni di pesi e contrappesi. Questo è Saramago in Cecità, 96 parole e non fai fatica: “Nell’offrirsi di aiutare il cieco, l’uomo che avrebbe poi rubato la macchina non aveva, in quel momento preciso, alcuna intenzione malevola, anzi, al contrario, non fece altro che obbedire a quei sentimenti di generosità e altruismo che, come tutti sanno, sono due delle migliori caratteristiche del genere umano e che si possono riscontrare persino in criminali ben più incalliti di questo, un semplice ladruncolo di automobili senza speranza di carriera, sfruttato dai veri e propri padroni dell’affare, i quali invece si approfittano dei bisogni della povera gente”.

Le storie fatte di poche parole invece sono un genere letterario a parte. Qualcuno le chiama “flash fiction”, la più famosa è questa. Serve un talento da miniaturisti. Anche questa di Margaret Atwood non è male: “Longed for him. Got him. Shit”.

– “I gradini da salire sono trentasei, di pietra, e il vecchio li sale lento, con circospezione, quasi li raccogliesse uno ad uno per spingerli al primo piano”. “Quasi li raccogliesse ad uno ad uno”, da quando l’ho letta mi è rimasta in testa, quasi li raccogliesse ad uno ad uno, è esatta no? I grandi scrittori scrivono immagini esatte. È l’incipit de La Sposa Giovane, suo.

– “Il cielo, al tramonto, sembrava un fiore carnivoro”. I grandi scrittori ti mostrano quello che non avevi visto e anche quello che non volevi vedere (Roberto Bolano)

– Virginia Woolf, nel libro Le Onde, scrive che “il giorno ondeggia giallo” e io credo sia una delle frasi più belle mai scritte. Cosa fa ogni giorno, in fondo, se non ondeggiare giallo?

* Quasi tutte me le ha insegnate James Wood.