(The Kindcraft)

La tradizione dei tessuti in Perù risale a migliaia di anni fa. Durante l’impero Inca venivano realizzati mantelli piumati e tappeti raffinati, acquistati dai potenti locali come simbolo di ricchezza e prestigio. Il fascino dei tessuti peruviani è sopravvissuto nel tempo: ha influenzato artisti del Bauhaus come Paul Klee, Josef e Anni Albers.

La giornalista francese Anne-Laure Camilleri ha scritto un lungo reportage sui tessuti in Perù per il sito The Kindcraft, raccontando la storia dell’antica tradizione e gli sforzi per tenerla in vita.

Nell’epoca Inca i tessuti erano parte integrante della vita della società. I governanti istituirono perfino centri tessili per sostenere le attività gli artigiani. Una versione moderna ne è il Centro de Textiles Tradicionales, situato nel cuore di Cusco, l’antica capitale dell’impero Inca. È stato fondato nel 1996 da un gruppo di tessitori e rappresenta una sorta di ponte tra presente e passato.

(The Kindcraft)

Negli anni ’70 molti produttori erano preoccupati che i giovani si allontanassero dalla tessitura e che i disegni originari di molti capi venissero dimenticati. Così un piccolo gruppo di artigiani ha iniziato a lavorare insieme, per difendere la produzione di tessuti secondo le tecniche originarie. Oggi il centro di Cusco porta avanti molte attività per preservare i tessuti tradizionali, come ricerche, dimostrazioni e workshop.

Gli artigiani di Cusco oggi realizzano ancora a mano ilicllas (scialli da donna), chullos (cappelli a maglia) e chuspas (borse tradizionali). Vengono prodotti capi d’abbigliamento particolarmente complessi e preziosi, come l’abito tradizionale Aksu Inca. Oggi i tessuti possono essere riprodotti con colori simili a quelli antichi, anche grazie a nuove tinture estratte da fiori, foglie e funghi.

(The Kindcraft)
(The Kindcraft)

La gran parte dei capi viene realizzata in lana di pecora o alpaca. I tessitori preferiscono il filato di pecora per i colori brillanti, mentre l’alpaca produce tonalità più morbide, color pastello. Tutti i tessuti sono realizzati su telai orizzontali, fissati a terra con quattro picchetti.

La tessitura a ordito è la tecnica più comune: i pezzi più larghi come i ponchos, le coperte o i copriletto sono realizzati con pezzi cuciti a mano con un punto detto “ch’ukay”. È un punto molto particolare, con forme diverse a seconda delle comunità: se a Chinchero i tessitori eseguono una cucitura a zig-zag chiamata “q’inqu”, a Chahuaytire gli stessi punti hanno la forma di stelle o rose, e sono chiamati “chaska”.

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L’articolo di Camilleri racconta la storia di molti artigiani locali, come quella di Nilda Callañaupa Alvarez, giovane tessitrice di un villaggio a 30 km da Cusco. Da bambina trascorreva le sue giornate nella fattoria dei sui genitori, nelle Chinchero Highlands. Poi ha imparato a filare le stoffe, seguendo gli insegnamenti di un’anziana donna del villaggio. Dopo l’Università ha deciso di viaggiare in America per insegnare la sua arte.

Oggi Alvarez è direttrice del centro di Cusco e si batte per tenere in vita la tradizione a lungo trascurata. “Ultimamente le idee stanno cambiando. I bambini indossano comodamente i loro abiti tradizionali durante le feste o celebrazioni. Ma abbiamo ancora molto da fare, specialmente con la gente di città“.

Il reportage tocca diverse comunità di tessitori in Perù. Il villaggio di Chahuaytire, ad esempio, si trova a 50 km da Cusco. Trentadue donne si riuniscono ogni mercoledì nel centro di tessitura locale. Srotolano il telaio, lo legano a un palo e iniziano a tessere. Anche molti uomini hanno imparato a lavorare i tessuti e sono noti per lavorare in modo particolarmente veloce. I tessitori di Chinchero rappresentano invece la comunità di tessitura più famosa dell’area. I membri offrono dimostrazioni gratuite di lavorazione a maglia, utilizzando solo tinture naturali. Il prodotto caratteristico è una coperta a trama blu indaco o rosso, con disegni geometrici su entrambi i lati.

A Pitumarca si pratica l’antica tecnica del ticlla, un misto di trama e ordito risalenti alle culture pre-Inca. Mentre nel centro di tessitura di Santa Cruz de Sallac, a tre ore di auto dalla città, 45 tessitori adulti e 20 bambini si incontrano ogni settimana per produrre i cappelli a maglia con la croce Inca (“chakana”), un simbolo spirituale del Perù.

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Il futuro delle tradizioni tessili in Perù è incerto. La loro conservazione dipende dalla sostenibilità economica delle attività. I redditi delle famiglie nelle Ande sono prodotti in genere da una combinazione di tessitura e allevamento (spesso con l’aggiunta del baratto di beni). Il centro di Cusco supporta oggi quasi 600 famiglie, anche attraverso partnership con tessitori e venditori.

Poi c’è il canale culturale/turistico: i volontari organizzano mostre che attirano ogni anno molti visitatori. Il Centro ospita una collezione di tessuti etnici, che comprende quasi 1500 pezzi. Generalmente i capi vengono esposti in altri musei, ma i volontari intendono aprire un proprio centro, per accogliere direttamente i turisti. Rappresenterebbe un’importante fonte di sostentamento per una tradizione dal presente fragile e dal passato prezioso.